Doppler Velocimetria

COS’E’

La flussimetria materno-fetale, detta anche velocimetria Doppler, è una tecnica ecografica che permette di valutare lo stato di salute del feto attraverso l’analisi del flusso del sangue che lo nutre. Si basa sul cosiddetto effetto Doppler, ossia sulla variazione di frequenza che si ottiene quando un fascio di ultrasuoni (emesso in questo caso dalla sonda ecografica) incontra e viene riflesso da un corpo in movimento. In particolare, quando gli ultrasuoni attraversano un vaso sanguigno vengono riflessi dai globuli rossi e poichè questi sono appunto in movimento la frequenza del fascio di ultrasuoni di ritorno sarà diversa dalla frequenza originaria.

Proprio l’analisi di tale variazione di frequenza informa sulla velocità del flusso sanguigno e, indirettamente. sul livello di benessere e ossigenazione fetale. La flussimetria si rende necessaria, ed ha un senso, solo quando la gravidanza si presenta a rischio, quando cioè si evidenzia un accrescimento del feto ridotto rispetto all’epoca gestazionale. Non si tratta quindi di un controllo di routine. A venir eseguite sono la flussimetria materna delle arterie uterine e la flussimetria fetale dell’arteria ombelicale e dell’arteria cerebrale media. In entrambi i casi si tratta di analisi innocue e indolore.

Flussimetria materna

La flussimetria materna serve a valutare lo stato di vascolarizzazione del lato materno della placenta e si esegue di solito fra la ventiduesima e la ventiquantressima settimana di gravidanza. In questo periodo un’alterazione della flussimetria delle arterie uterine è facilmente associata a gestosi e ritardo nella crescita fetale. La flussometria materna è consigliata alle primipare che presentano fattori di rischio per ipertensione e diabete.

Flussimetria fetale

La flussimetria fetale si esegue quando si sospetta un ritardo nella crescita fetale. La flussimetria fetale consiste nell’analisi del flusso delle arterie ombelicali e delle arterie cerebrali medie. Nei casi in cui si osserva una vasocostrizione ombelicale e una vasodilatazione cerebrale ci si trova davanti a una condizione chiamata centralizzazione del flusso per cui la placenta non è in grado di ossigenare e nutrire adeguatamente il feto.